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Vitamina e, e come... essenziale !

STUDI E RICERCHE
 

Vitamina E e Infiammazione

L’integrazione con vitamina E si conferma utile nel combattere i processi di infiammazione sub-clinica secondo una metanalisi pubblicata lo scorso ottobre su Scientific Reports, rivista open access del gruppo Nature.

“Quella cosiddetta subclinica è un'infiammazione cronica di basso grado la cui funzione principale è di ripristinare l'omeostasi dei tessuti interessati” sottolineano in premessa gli Autori. “In quest’ambito, i risultati di studi osservazionali e di intervento sui benefici di un’integrazione di vitamina E sono discordanti, al punto da indurci a condurre una metanalisi per raccogliere le principali evidenze sugli effetti esercitati da una supplementazione di vitamina E su alcuni marker di infiammazione negli adulti”.

Attraverso una ricerca per parole chiave sulle principali banche dati internazionali, i ricercatori hanno selezionato 33 trial clinici randomizzati, pubblicati tra il 2000 e il 2018, per un totale di 2.102 persone coinvolte, di età compresa tra i 20 e i 70 anni. Il dosaggio di vitamina E impiegato variava da 15 a 1.080 mg/die e la durata di intervento da 1 a 104 settimane.

L’analisi finale evidenzia come l'integrazione con vitamina E sia in grado di determinare una riduzione significativa dei livelli sierici di Pcr (- 0,52 mg/L). Su Il-6 gli effetti non sembrano, in generale, significativi, mentre lo diventano negli studi che utilizzavano l'α-tocoferolo o che includevano pazienti con disturbi correlati a insulino-resistenza.

Infine, sul Tnf-α si sono riscontrati importanti effetti di riduzione in studi che impiegavano vitamina E sottoforma di α-tocoferolo ad alti dosaggi (≥ 500 mg/die) e di durata inferiore alle 8 settimane.

“La vitamina E è l'antiossidante più studiato negli esseri umani” commentano gli Autori. “Nella nostra metanalisi, abbiamo riscontrato una riduzione dei livelli sierici di Pcr con la supplementazione di vitamina E sottoforma di α-tocoferolo. Tale riduzione, in media, è stata di 0,52 mg/L, in pazienti con tendenzialmente un basso grado di infiammazione, rendendo l’effetto dell’integrazione estremamente rilevante, anche in considerazione del valore predittivo della Pcr su morbilità e mortalità cardiovascolari. A differenza di quanto osservato per la Pcr, l'effetto della vitamina E su IL-6 e Tnf-α non è risultato significativo.

Nell’analisi per sottogruppi, però, abbiamo visto una riduzione significativa di Il-6 e Pcr in soggetti con diabete di tipo 2, sindrome metabolica e steatosi epatica non alcolica. Abbiamo anche riscontrato un effetto dose-risposta per la vitamina E sulla riduzione della Pcr sierica, con benefici che tendevano a crescere tra 0 e 400 mg/die, a ridursi tra 400 e 1.000 mg/die e ad annullarsi oltre i 1.000 mg/die, con la dose più efficace intorno ai 300-600 mg/die.

Sempre l’analisi per sottogruppi ha mostrato una significativa riduzione dei livelli sierici di Tnf-α con dosaggi di vitamina E ≥ 500 mg/die, nella isoforma dell’α-tocoferolo, mentre l'effetto del γ-tocoferolo non ha apportato benefici.

Sembra, dunque, che le diverse risposte di Pcr, Il-6 e Tnf-α alla vitamina E dipendano dalle isoforme di questa vitamina, dal dosaggio, dalla durata del trattamento e dallo stato di salute di ciascuno di noi. Sono necessari ulteriori studi per tradurre queste evidenze nel contesto clinico”.

QUALITÀ DELLA VITAMINA E

Uno dei principali ruoli della vitamina E è la funzione protettiva come anti-ossidante, che impedisce la formazione dei radicali liberi e protegge contro i danni dell’ossidazione. Così previene l’invecchiamento cellulare e l’insorgere di malattie croniche. La vitamina E fa bene alla pelle, poiché preserva la struttura delle membrane cellulari, protegge i tessuti dai radicali liberi e facilita la rigenerazione. Ecco perché la vitamina E è presente nell’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, Nomenclatura internazionale per gli ingredienti cosmetici) di creme e lozioni dermatologiche. La vitamina E protegge la vista, soprattutto con l’avanzare dell’età, prevenendo la formazione della cataratta e preservando la retina dai danni della degenerazione maculare. Inoltre, la vitamina E rinforza il sistema immunitario.

 Il potere anti-ossidante della vitamina E si traduce anche in una potente azione anti-infiammatoria con effetto anti-tumorale. La vitamina E, infatti, contrasta la formazione di nitrosammine, molecole cancerogene che si formano nello stomaco dai nitriti introdotti con il cibo, proteggendo dall’insorgere di neoplasie. La vitamina E è un valido sostegno anche nella prevenzione dalle malattie cardiovascolari, poiché favorisce la circolazione sanguigna. Mantiene il sangue fluido e previene la formazione di coaguli, che potrebbero provocare trombi o addirittura attacchi cardiaci. Inoltre, rinforza i capillari e migliora l’elasticità dei vasi. Riduce la formazione di colesterolo cattivo (LDL), facilita il trasporto di ossigeno e regola la pressione. In tal modo, ne beneficiano anche i muscoli, con un aumento di resistenza e contrastando l’affaticamento. Infine, la vitamina E svolge un ruolo protettivo nei confronti di patologie neuro-degenerative e demenze senili. Infatti, protegge i neuroni dallo stress ossidativo, ritardando il declino cognitivo e prevenendo l’insorgere di malattie degenerative come morbo di Alzheimer e Parkinson.

 FABBISOGNO GIORNALIERO E CARENZA DI VITAMINA E

Il fabbisogno giornaliero può variare da 4 a 15 mg, in base a età, sesso e condizioni di salute. Alimentazione squilibrata, malnutrizione, infiammazioni intestinali, problemi di malassorbimento, patologie gastrointestinali, disfunzioni epatiche e biliari, possono causare una carenza di vitamina E. A seconda dei casi, i sintomi sono più o meno gravi. Feci morbide e grasse, diarrea, debolezza muscolare, difetti nello sviluppo (in bambini e adolescenti), disturbi al sistema nervoso, malattie della retina, problemi metabolici e malfunzionamento del sistema immunitario.

In caso di carenza di vitamina E, si possono assumere integratori di alfa-tocoferolo, sotto la supervisione di un medico che ne indichi la posologia.

 IN QUALI ALIMENTI SI TROVA LA VITAMINA E

La vitamina E si trova soprattutto negli alimenti di origine vegetale. In particolare, in frutta secca (mandorle, nocciole, arachidi e burro di arachidi, ma anche pistacchi, noci e pinoli), semi oleosi (girasole, lino etc.) e olii vegetali (girasole, cartamo, mais, arachidi, lino). La vitamina E è particolarmente concentrata in olive e olio extravergine di oliva, come pure nell’olio di soia. Ricchi di vitamina E sono le verdure a foglia verde (spinaci, broccoli, cime di rapa), ma anche pomodori, sedano asparagi e carote.

La vitamina E si trova anche nei cereali integrali (specialmente nel germe di grano) e nei legumi (piselli, fagioli e ceci). Nella frutta si trova soprattutto in kiwi, mango, albicocche e frutti di bosco. Particolarmente ricco di vitamina E è l’avocado. Tra le erbe aromatiche citiamo prezzemolo, basilico, salvia, timo e origano. Alcune spezie hanno un buon contenuto di vitamina E: peperoncino, pepe e paprika. Negli alimenti di origine animale si trova in latte, latticini, tuorlo d’uovo, pesce azzurro e carne bianca. La vitamina E è molto sensibile al calore e alla luce, poiché si ossida e si degrada facilmente. La cottura può compromettere la struttura, per questo è preferibile consumare alimenti freschi e ortaggi crudi.


PROPRIETA’ E ATTIVITA’ BIOLOGICHE

Proprietà antiossidante

Gli antiossidanti proteggono le cellule dagli effetti dannosi dei radicali liberi, molecole che contengono un elettrone non condiviso spaiato. I radicali liberi, che possono danneggiare le cellule e contribuire allo sviluppo delle malattie cardiovascolari e del cancro, possono provenire dal processo di digestione del cibo o da esposizioni ambientali quali il fumo di sigaretta, l’inquinamento atmosferico, e le radiazioni ultraviolette del sole.

La vitamina E è un antiossidante liposolubile (che si scioglie nei grassi) che interrompe la produzione di radicali liberi che si formano quando i grassi subiscono alcune trasformazioni metaboliche. Gli scienziati stanno studiando se, limitando la produzione di radicali liberi ed eventualmente attraverso altri meccanismi, la vitamina E potrebbe aiutare a prevenire o a ritardare le malattie croniche associate agli stessi.

Declino cognitivo
La vitamina E comprende 8 composti naturali con potenziale attività neuroprotettiva, il più importante dei quali è l’α-tocoferolo. Le altre forme (ß, γ, δ tocoferolo) contribuiscono scarsamente alla quantità di vitamina E assunta con la dieta. L'α-tocoferolo è stato anche maggiormente studiato in relazione al declino cognitivo.

La vitamina E è ubiquitaria nelle membrane cellulari ed ha la funzione di bloccare la propagazione delle reazioni radicaliche all'interno delle membrane. L’azione biologica della vitamina E è infatti dovuta alla sua capacità antiossidante: essa previene la propagazione dell’ossidazione degli acidi grassi poliinsaturi (PUFA) sequestrando i radicali perossilipidici. Questa è la funzione fondamentale della vitamina E nei tessuti animali ed in particolare nelle membrane cellulari, dove il tocoferolo si trova associato ai PUFA nei fosfolipidi.

Animali di laboratorio deficienti di vitamina E mostrano segni di invecchiamento precoce a livello cellulare, infatti la vitamina E è l'antiossidante di membrana più importante dal punto di vista quantitativo. I pazienti affetti da malattia di Alzheimer mostrano frequentemente livelli anormalmente bassi di vitamina E nel fluido cerebrospinale.

In un recente studio è stata esaminata la relazione tra tutte le forme plasmatiche della vitamina E e i marker del danno della vitamina E (α-tocoferilchinone, 5-nitro-γ-tocoferolo) e il declino cognitivo lieve (MCI) e la malattia di Alzheimer. Sono stati comparatati 168 casi di Alzheimer, 166 casi di MCI e 187 soggetti cognitivamente normali. I soggetti affetti da Alzheimer e MCI hanno mostrato i livelli più bassi di tocoferoli, tocotrienoli e vitamina E totali a livello plasmatico. Inoltre è emerso che entrambi i disordini sono associati con un incrementato danno alla vitamina E.

Altre attività
E' importantissima per le normali funzioni procreative. Facilita l'assorbimento della vitamina A e ne aumenta le concentrazioni tessutali. Aiuta ad eliminare gli eccessi di minerali pericolosi quali mercurio e piombo. Stimola la funzionalità del sistema immunitario. Questi meccanismi d'azione potrebbero spiegare la sua attività protettiva nei confronti delle neoplasie. Riduce l'aggregazione piastrinica. E' importante per il normale trasporto e assorbimento dei grassi e sembra aumentare il livello delle HDL, riducendo quindi il rischio cardiovascolare.
E’ coinvolta nella trasmissione di segnali tra le cellule, nella regolazione dell’espressione genica e in altri processi metabolici.

CARENZA
Bambini ed adulti con alterata capacità di assorbimento o di utilizzo della vitamina E possono sviluppare disordini neurologici caratteristici e progressivi che coinvolgono il sistema nervoso centrale e periferico, la retina e i muscoli. I danni si sviluppano solo dopo un certo arco temporale, con livelli plasmatici di vitamina E estremamente bassi.

La vitamina E è scarsamente tossica rispetto alle altre vitamine liposolubili. Poiché viene talvolta utilizzata sotto forma di supplementazione orale nella prevenzione di processi patologici nei quali sono implicati i radicali liberi, è stata testata la sua sicurezza d’uso. Si è visto che solo oltre i 2000 mg/die alcuni soggetti mostrano disturbi, soprattutto a livello intestinale.

Diversi alimenti sono ricchi di vitamina E ma è da tener presente che, data la loro natura chimica, i tocoferoli sono soggetti ad ossidazione ed alla formazione di strutture chinoniche, di dimeri e di trimeri; queste reazioni sono accelerate dalla luce, dal calore, dalla presenza di alcali, ferro e rame, che sono catalizzatori delle reazioni ossidative oppure risultano accelerate dai processi di raffinazione, deodorazione, sbiancamento e idrogenazione ai quali vengono sottoposti gli oli alimentari.

L'indicatore dello stato di nutrizione per la vitamina E comunemente impiegato è il livello plasmatico. Un valore inferiore a 0,5 mg/dl (valore al di sotto del quale aumenta la tendenza degli eritrociti all'emolisi) è considerato segno di carenza. Questo indicatore è stato utilizzato in studi su popolazioni anziane. In uno studio condotto in Italia su soggetti anziani si sono riscontrati livelli plasmatici bassi nel 2,5-5% della popolazione e livelli marginali nel 10% della stessa popolazione.

Livelli di assunzione raccomandati
Il fabbisogno di vitamina E è strettamente correlato all’apporto di altri nutrienti, in particolare di acidi grassi poliinsaturi (PUFA). Per tale motivo non è stato stabilito un fabbisogno minimo giornaliero. La discriminante primaria è la quantità di PUFA assunto con la dieta; altre discriminanti sono rappresentate dalle quantità di selenio e di aminoacidi solforati, che consentono il funzionamento del sistema di difesa antiossidante enzimatico della glutatione perossidasi che coadiuva il tocoferolo nelle difese antiossidanti. Dato che la Commission of the European Communities propone un valore di 0,4 per il rapporto tocoferolo equivalenti/ g PUFA e considerando che i consumi medi di PUFA nella popolazione italiana sono all'incirca di 20g/die100, si può indicare un livello raccomandato intorno agli 8 mg/die per la popolazione media italiana. In ogni caso i valori non debbono scendere al di sotto di 3 e 4 mg/die, per donne e uomini rispettivamente.

Interazioni farmacologiche:
la neomicina, le tetracicline, l'olio di vaselina e la colestiramina ne riducono l'assorbimento.