Il Krill è un piccolo crostaceo dal colore rosso pallido e di piccole dimensioni (massimo 6 centimetri di lunghezza e 2 grammi di peso) dotato di organi bioluminescenti, chiamati fotofori, lungo tutto il corpo e che emettono una luce blu fluorescente.
Tipico dell'Oceano Antartico e appartenente all’ordine Euphaucea e al genere Euphausia, il Krill svolge un ruolo chiave nell'ecosistema marino, fungendo da nutrimento per la maggior parte dei pesci: questo organismo animale è la specie più abbondante della Terra, la sua massa oscillando tra 100 e i 420 milioni di tonnellate.
Il krill antartico possiede inoltre incredibili caratteristiche e offre notevoli benefici nutrizionali : presenta un’alta percentuale di proteine e di minerali come fosforo, zinco, sodio, potassio e calcio, tra gli altri, che lo rende preda ambita non solo per gli animali dell’emisfero australe, ma anche per i pescatori e le popolazioni autoctone.
Il krill è infatti cacciato da pinguini, leoni marini, foche, trichechi, pesci, calamari e attualmente rappresenta una fonte di nutrizione di massa in Asia.
L’olio di krill è un prodotto ottenuto da varie specie di crostacei utilizzato negli integratori alimentari come fonte di acidi grassi essenziali. Le alghe sintetizzano acidi grassi della serie omega 3, inglobati poi dal krill che se ne nutre.
L’olio di krill è poi quasi del tutto privo di inquinanti, in particolare di metalli pesanti, che possono invece essere presenti negli integratori a base di olio di pesce. Per questi motivi l’olio di krill è considerato uno dei migliori integratori di omega 3.
L'olio di krill è stato autorizzato nel 2008 dalla Food and drug administration come Gras (Generally recognized as safe), mentre nel 2009 è stato approvato in Europa dall'Efsa come novel food. La stessa Efsa, poi, nel 2014, ne ha autorizzato l’uso nelle donne in gravidanza e in allattamento.
Proprio l’olio di Krill è oggetto di una recente review pubblicata su Marine drugs
(questo il link della review).
Di seguito citiamo Alessandro Colletti, del dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco dell’Università degli Studi di Torino, delegato macroregionale Sinut (Società italiana di nutraceutica) e prima firma del lavoro su Marine drugs.
“La composizione dell'olio di krill fornisce una grande varietà di sostanze benefiche per la salute che ne giustifica l'uso come ingrediente per applicazioni farmacologiche e nutraceutiche in diverse condizioni patologiche” sottolinea il dr. Colletti. “In generale, sebbene il contenuto delle diverse componenti nutrizionali sia influenzato dalle tecnologie di estrazione, l'olio di krill contiene alti livelli di omega 3 e fosfolipidi, nonché componenti minori quali vitamine, minerali, astaxantina e flavonoidi. Particolare attenzione è stata prestata al contenuto lipidico, inclusi fosfolipidi e trigliceridi. Il principale fosfolipide presente nell'olio di krill è la fosfatidilcolina, con il 40% degli acidi grassi totali legati alla fosfatidilcolina costituito da Epa e Dha.
Epa e Dha presenti nell'olio di krill hanno mostrato diverse proprietà estremamente interessanti utili nella gestione e prevenzione di numerose cronicità, quali per esempio malattie cardiovascolari, neurologiche e infiammatorie, nella promozione della salute del microbiota intestinale e nell’impostazione di un corretto stile di vita e alimentare, anche nell’ottica della prevenzione delle malattie tumorali. A questo proposito, l'integrazione con acidi grassi polinsaturi di krill potrebbe rappresentare un modo naturale per alleviare i sintomi di queste condizioni, in combinazione con le terapie convenzionali. Epa e Dha dell'olio di krill hanno anche evidenziato una maggiore biodisponibilità rispetto ad altre forme di Omega 3, dimostrando benefici simili, ma a dosaggi inferiori”.
Proprio a proposito dei dosaggi indicati, il range di Omega-3 estratti da Krill oscilla tra i 500 e i 1.000 mg/die, da assumere per 12-16 settimane: secondo i più recenti studi clinici è questa la modalità di somministrazione più utile per ottenere risultati significativi su assetto infiammatorio, profilo lipidico e marker relativi al profilo microbiologico intestinale.
“In conclusione, i dati clinici preliminari che abbiamo potuto esaminare nella nostra review, suggeriscono come l'olio di krill rappresenti un valido integratore nel trattamento di diverse condizioni, tra cui malattie cardiovascolari, osteoartrite, sindrome premestruale e dismenorrea”, dice Colletti. “Le tecnologie estrattive più innovative, sviluppate per ottimizzare purificazione e concentrazione, potrebbero ulteriormente migliorare il suo rapporto costo-efficacia”.
Controindicazioni
L’assunzione di integratori di olio di krill è controindicata in caso di allergia ai crostacei o ad altri componenti presenti nel prodotto.
Ai dosaggi consigliati l’olio di krill non presenta particolari effetti collaterali.
A dosi molto elevate o in caso di assunzione protratta per tempi eccessivi, potrebbe provocare disturbi gastrointestinali (es. stitichezza, nausea). Si consiglia pertanto sempre una assunzione corretta e mai eccessiva.
L’olio di krill potrebbe poi interagire con alcuni farmaci e fitoterapici, modificandone l’azione terapeutica.
In particolare è prudenzialmente da evitare l’assunzione contemporanea di olio di krill e farmaci anticoagulanti, integratori di aglio e di Ginkgo biloba, ipoglicemizzanti e antinfiammatori non steroidei (FANS).
E’ sconsigliato ricorrere a integratori di olio di krill e di omega 3 prima di sottoporsi a interventi chirurgici e odontoiatrici per evitare il rischio di sanguinamenti eccessivi.
Prima di ricorrere all’integrazione è sempre bene consultare il proprio medico o terapeuta, soprattutto quando si seguono terapie farmacologiche, in caso di patologie, durante la gravidanza, l’allattamento, nei bambini e nelle persone anziane.